L’Archivio Notarangelo tra antropologia culturale e fotografia

imageMercoledì 29 Novembre 2023 ore 12:30 - Castello Caracciolo Sammichele di Bari (BA)
Workshop: L’Archivio Notarangelo tra antropologia culturale e fotografia

Cosa può accumunare l’antropologia e la fotografia? In quale ambito si può sviluppare un dialogo di rispettivo interesse?
Un workshop per approfondire i contenuti della mostra fotografica Ri-Scatti. La cultura dell’appartenenza, dedicata a Domenico Notarangelo, che vedrà quattro giovani esperte dialogare sui rapporti tra antropologia culturale e phototelling.
I partecipanti guidati dalle antropologhe Vita Santoro e Marina Berardi (DICEMUniversità della Basilicata, MT), insieme alle fotografe Michela Frontino (Off-the Archive Fotografia e Beni Culturali,Bari) e Michela Fabbrocini (Docente di cattedra in Fotografia, l’Accademia di Belle Arti, Bari), approfondiranno le tecniche, il valore artistico e antropologico delle fotografie di Domenico Notarangelo.

La mostra, allestita presso il Museo della Civiltà Contadina D.Bianco, espone immagini di persone (abitanti di Sammichele di Bari e non) ritratte nella loro quotidianità, gesti, scene di lavoro, che entrano a far parte di un progetto di documentazione partecipe,
condotto dal fotografo nel corso della sua vita. Un confronto aperto tra esperti e appassionati, per comprendere la passione per la ricerca antropologica che animava l’azione di D.Notarangelo, fotografo del mondo contadino (autore di oltre 100mila scatti
volti a documentare la vita dei “santi contadini” del sud). Un’occasione per mettere in relazione, riattivare, rivalutare la relazione tra i volti, gli sguardi e i gesti della civiltà contadina con gli oggetti, gli utensili e i manufatti, custoditi all’interno del Museo.

Michela Frontino

imageMichela Frontino, archivista, Of (f) The Archive - Centro di fotografia e Beni Culturali, Bari
Laureata in Conservazione dei beni culturali con Master in Photography and visual design (NABA, Milano) è fotografa e ricercatrice indipendente interessata alle relazioni tra archivio e percezione contemporanea.
Si è occupata della ricerca iconografica e della valorizzazione di numerosi fondi fotografici (tra cui: fondo storico fotografico della Lega delle cooperative Romagnole - DISMEC, Università di Bologna. Sede di Ravenna; fondo Italo Zannier, Fondazione di Venezia; Archivio Biblioteca Museo Civico di Altamura; Archivio Salvador Dalì, Fundaciòn Gala Salvador Dalì, Spagna; fondo Antonio Negro, emigrati italiani in Svizzera). È cofondatrice di Of(f) the archive_fotografia e beni culturali, centro per la valorizzazione della fotografia e degli archivi. È giornalista pubblicista, contributor per La ventisettesima Ora, Corriere della Sera, e redattrice della rivista “IL FOTOGRAFO”, Sprea Editori. È responsabile del progetto di allestimento, delle strategie di comunicazione e delle tecnologie digitali per la valorizzazione della raccolta fotografica di Romualdo Moscioni “Apulia monumentale” (promossa dalla Soprintendenza Abap di Bari con il sostegno del Ministero della Cultura - DM 11 maggio 2022 rep. 199). Il suo progetto “Diapora portrait_una rilettura della diaspora eritrea nella fotografia vernacolare” è stato selezionato e presentato al convegno internazionale L’album fotografico, ICCD, MIBACT, Roma. Dal 2020 è direttrice artistica di Habitat_performance e visioni del paesaggio, festival d’arte visiva e performativa, all’interno del programma triennale per le attività culturali della città di Trani.

Vita Santoro

imageVita Santoro, docente, Università della Basilicata, DiCEM - Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo, Matera
Antropologa, PhD, è attualmente impegnata presso l’Università della Basilicata come docente a contratto di Antropologia culturale
e assegnista di ricerca per il progetto "Il patrimonio culturale materiale e immateriale di fronte alla crisi sociale, ambientale ed
economica in Basilicata: casi di rigenerazione "dal basso" (Programma Ricerca e Innovazione Tech4You - PNNR)", oltre che quale componente del team della Cattedra UNESCO di Matera in “Paesaggi culturali del Mediterraneo e comunità di saperi” fin dalla sua creazione nel 2016.
Ha condotto tra il 2021 e il 2023 una ricerca etnografica nell’ambito del progetto PRIN “Migrazioni, spaesamento e appaesamento: letture antropologiche del nesso rituali/migrazioni in contesti di Italia meridionale", in precedenza dal 2018 al 2020 è stata assegnista di ricerca in un progetto di documentazione sulla memoria degli ex abitanti dei Sassi di Matera, sviluppato nell’ambito del progetto I-DEA per Matera Capitale Europea della Cultura 2019. Dal 2019 al 2022 è stata anche docente a contratto di
Antropologia del patrimonio presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro. È socio ordinario della SIAC, nonché socio ordinario e membro del Direttivo della SIMBDEA. Al suo attivo ha: una monografia (2023), un volume scritto in co-curatela con l’antropologo Ferdinando Mirizzi (2022), numerosi articoli in prestigiose riviste del settore M-DEA/01. Inoltre, dal 2013 coordina la redazione della rivista scientifica "Archivio di Etnografia". I suoi principali temi di interesse riguardano: l’antropologia museale e dei patrimoni culturali, l’antropologia della scrittura, l’antropologia delle migrazioni e dei margini.

Marina Berardi

imageMarina Berardi, ricercatrice, Università della Basilicata, DiCEM - Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo, Matera
Ph.D., Antropologa culturale e fotografa. Assegnista di ricerca presso l’Università degli studi della Basilicata nell’ambito del progetto PRIN (Progetto di Rilevante interesse Nazionale) “Abitare i margini, oggi”. Docente a contratto di Antropologia Visuale presso l’Università degli studi di Foggia. Dal 2023 ha un incarico in qualità di fotografa dall’ICPI (Istituto Centrale per il Patrimonio
Immateriale) nell’ambito del progetto “Legami intangibili nei paesaggi festivi” del Ministero della Cultura - Direzione Generale Creatività Contemporanea - Strategia Fotografia 2022.
Oltre al dottorato conseguito presso l’Università della Basilicata ha conseguito un diploma di specializzazione in Beni demoetnoantropologici presso l’Università la Sapienza di Roma. I temi di ricerca riguardano: spopolamento, rappresentazione, immaginario vernacolare, retoriche e processi di patrimonializzazione materiale e immateriale in ambito museale e in ambito di produzione locale del patrimonio; studi di comunità di pratica; comunità migranti. Da diversi anni cerca di raccontare attraverso le immagini, come sequenze narrative, porzioni di mondi e realtà: il valore del patrimonio in Iraq; il senso del sacro; i luoghi interiorizzati; il caso della micronazione della Repubblica dei Piani Sottani. Questo è possibile attraverso una riflessione sul rapporto tra antropologia, luce e fotografia. Dal 2019 è Photo-Essay Editor di Visual Ethnography Journal (rivista di Classe A). Alcune opere fotografiche hanno ricevuto menzioni e premi in ambito nazionale e internazionale e sono state esposte in diversi festival.

Michela Fabbrocino

imageMichela Fabbrocino, docente di fotografia, Accademia Belle Arti, Bari
PhD. Michela Fabbrocino, ricercatrice, docente e curatrice fotografica. Dopo la laurea in fotogiornalismo, ha iniziato la sua attività di ricercatrice conseguendo un Dottorato di Ricerca basato in fotografia con una investigazione in campo antropedagogico.
Ha pubblicato su riviste di alto impatto scientifico come Tercio Creciente e ha collaborato con la casa editrice Dykinson presentando in diversi saggi il ruolo della fotografia come strumento di ricerca. Dal 2022 è docente di cattedra in Fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Bari ed è Coordinatrice dell’Indirizzo di Studi di cinema, fotografia e audiovisivo al triennio, nonché dei bienni specialistici in fotografia e cinema. La sua carriera e la sua dedizione all’insegnamento la rendono una personalità di spicco nel campo.
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